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Natale, ma anche no…

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Scrivere qualcosa “contro” il Natale è assolutamente facile di questi tempi, sia perchè è stagione, sia perchè sembra che tutti abbiano qualcosa da dire contro il Natale.

Già, a leggere i blog, tutti odiano il Natale. E fin qui niente di male, se non fosse che, poi, corrono a fare code per comprare i regali, preparare pranzi e cene, presepi e affini.

Ma, allora, cosa odi il Natale a fare, se poi ti accodi alla massa tradizionalista?

Io non odio il Natale nel senso stretto della parola, odio tutto quello che sta davanti, dietro e tutto intorno al Natale.

Odio l’idea di fare regali OBBLIGATORIAMENTE.

Idea stessa che obbliga a cercare cose sempre diverse per non regalare le stesse cose.

Cose assolutamente inutili ed inguardabili, oppure utili ed inguardabili, che è ancora peggio.

Scambiarsi regali è una stronzata, perchè mette in moto un meccanismo perverso: innanzitutto il regalo deve equivalersi, sia come valore monetario, che come utilità, quindi le due persone che si scambiano il regalo devono riconoscersi lo stesso grado di affinità; ovviamente si deve anche andare incontro ai gusti dell’altra persona e, se da una parte può essere un test per vedere se si conosce veramente una persona, dall’altra crea il problema opposto, cioè conoscere troppo bene una persona e non trovare nulla da regalare che già non abbia o, peggio, il doppione.

Ed è proprio questo meccanismo perverso che mette in luce due personalità (finte) in chi riceve il regalo:

la faccia da culo: ringrazia apertamente, lodando il regalo “come se” veramente gli piacesse (probabilità che un regalo piaccia, ricordiamo, attorno all1%), facendo complimenti a profusione e mostrando a tutti i convenuti il suddetto regalo, salvo poi tumularlo in un armadio parecchio inaccessibile della casa di campagna del bisnonno, che tanto è in vendita.

lo stronzo: cerca di ringraziare come può per gentilezza, ma non gli riesce quasi mai di essere convincente. Anzi, più cerca di trovare un qualcosa di bello nel regalo, da poter lodare, più assume un’espressione finto-contenta (e pure falsocortese, non dimenticandoci di essere piemontesi) che presto sfocia in un’altra espressione che è più eloquente di un semplice “fa cagare!”.

Ovviamente le due figure di cui sopra, agiscono attraverso l’inconscio, e fuori dall’atmosfera del regalo non sarebbero mai tato finte volontariamente.

Solo in due casi vengono fuori: al compleanno e a Natale.

Io, ovviamente, faccio parte della seconda categoria e sono talmente assuefatto ai regali brutti che non riesco a dare soddisfazione a chi mi regala qualcosa nemmeno se mi piacesse davvero.

Un’altra cosa che non mi piace del Natale è il pranzo in famiglia.

A quello che ha detto per la prima volta “Natale con i tuoi”, vorrei tanto staccare le balle ed utilizzarle per l’albero di Natale (che non ho, ma fa lo stesso), tanto è stupida quella frase.

A casa mia, Natale con i tuoi, significa avere 3-4 persone invitate a pranzo che non fanno altro che raccontarsi storie di quando erano giovani (e quasi nessuno le ricorda davvero), oppure parlare di morti (perdendo tempo 20 minuti per ricordare a chi non li ricorda chi fossero: “il fratello della zia di quello che abitava nella casa del cugino della zia che poi era andata ad abitare a Milano, ma ha una sorella che si è fatta suora…”).

In tutto questo, ovviamente, io mi limito a mangiare, ringraziando di non dover partecipare alla discussione, non essendoci nella mia famiglia persone con meno di 70 anni con cui parlare.

Quindi si capisce come possa essere divertente vedere quest’allegra combriccola per un giorno (due volte) all’anno…

Per somma fortuna, da queste parti non esistono tradizioni che prevedano altre forme di condivisione di cibo pre-post natalizie, nemmeno a Capodanno, per cui passato il 25, sono tranquillo almeno fino a Pasqua.

In conclusione, spero che nessuno mi regali il solito paio di calze (di lana, e io odio le calze di lana), il dopobarba e qualche residuo di regalo riciclato (borsoni da viaggio, et similia) o agende o cinture.

I soldi possono anche arrivare, ma arriveranno squallidamente in contanti svolazzanti, chè in casa mia le bustine non sono mai usate. Meglio il parente che estrae dalla tasca il portafoglio, prende due banconote da 50 euro nuove di bancomat e me le porge un po’ di nascosto. Stessa cosa fa mio padre con suo nipote.

Buon Natale, ma anche no!

(P.S.: io a Natale non compro nulla e non faccio regali a nessuno, da 31 anni, e ne vado fiero, alla faccia dell’economia.)


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un commento per "Natale, ma anche no…"

  1. Anche a me fa schifo il Natale…l’unica cosa per cui un poco poco mi piace, è che è vicino al giorno – 1 gennaio – in cui cambio il calendario della gnocca di turno: Sara Tommasi..non so se rendo 😀