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Italiani, popolo di navigatori (satellitari, però!)

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Ebbene sì, anch’io sono entrato nel perverso vortice di tecnofilia inutile, e ho il navigatore.

Un modesto TomTom Go, niente di chè, ottenuto con i punti-spesa del Bennet (18000 punti senza contributo in soldi).

Ma non è di me che voglio parlare, bensì dell’incapacità assoluta di trovare strade alternative che affligge molti degli automobilisti in circolazione.

Prendendo spunto dal TomTom, è possibile ridefinire un percorso tenendo conto di temporanee deviazioni.

Questa funzione, invece, pare non essere integrata nel cervello degli automobilisti (infatti comprano il navigatore proprio per quello) e basta chiudere una piccola parte della via percorsa tutti i giorni, per trasformare una persona in grado di intendere e volere, in un essere vivente alle basi della catena alimentare fermo ad un stop e indieciso sula direzione da prendere.

Questo potrebbe essere plausibile per chi non conosce il posto e si trova in una metropoli, senza sapere da dove c’è arrivato. Ma per una automobilista che gira per Vercelli, è assolutamente da ricovero coatto in manicomio.

Infatti, complice la Fiera di Maggio, il già modesto traffico oggi è in tilt da deviazione.

E notare che la fiera è su un viale periferico con decine di parallele che portano ovunque, e il casino si ha a causa di una rotonda chiusa per 1/4 (con strada alternativa subito dietro la casa che chiude la rotonda, mica 10 km dopo!).

Ma tanto basta per mettermi davanti dei perfeti idioti che non sanno scegliere che direzione prendere per muoversi nella propria città.

Questo fenomeno, ovviamente, coplisce anche i vigili: ho dovuto, infatti, suonare ad una vigilessa indecisa che ha cambiato direzione sotto un semaforo senza segnalarlo. Le ho pure gridato “cogliona!” (e una serie di invettive verso il gentil sesso al volante), ma non penso che abbia sentito. Tra l’altro, mi sono accorto che era una macchina dei vigili solo dopo averla superata a destra tra clacson e invettive…

Piccola nota a margine per chi non ha il navigatore: siate consci, al momento dell’acquisto, che i percorsi saranno indicati “alla cazzo”, e non secondo una logica.

Sì, si può scegliere tra percorso più veloce e più breve. Peccato che il secondo includa strade sterrate o impercorribili dalla maggior parte delle auto di dimensioni superiori ad una Isetta.

Ecco, ci vorrebbe il percorso “logico”, ovvero quello che prende le strade più comode, senza dover tornare indietro rispetto la propria posizione o fare giri viziosi (in tutti i sensi, tra l’altro).

Ma, soprattutto, il navigatore dovrebbe imparare dalle abitudini di chi guida, e basarsi su quelle per la scelta delle strade, e non sul metodo “alla cazzo”™.


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ci sono 4 commenti per "Italiani, popolo di navigatori (satellitari, però!)"

  1. baba ha detto:

    è purtroppo vero: come non ricordare il tragitto che ci ha portato dalla vale in quel di pianceri alto? e tutti i cortili privati in cui siamo entrati io e marco in francia, che il navigatore segnalava come strade?
    ma secondo me il vero punto critico dei navigatori sono le svolte: quando dovrò girare? subito qui o quella dopo? l’indicazione verbale secondo me è poco applicabile: “fra 200m gira a destra”. e quand’è “fra 200m”? io non sono minimamente in grado di prendere delle misure corrette! (ma forse è solo un problema mio). ci vorrebbe quindi una seconda persona che osservi attentamente il display per interpretare il movimento della freccina al momento della svolta. peccato che lo faccia costantemente in ritardo!
    poi ci credo che uno è costretto a fare inversioni a u come un milione di euro!
    però ci sono anche dei momenti di comicità: tipo quando la strada è troppo nuova e il navigatore non capisce dove sei, e la freccina viaggia nel nulla. quelli sono momenti di puro divertimento (o di panico, a seconda).
    infine, riguardo i disagi da fiera di maggio: ricordiamoci che i vercellesi non conoscono i nomi delle vie della propria città, che viaggiano meglio in bici o a piedi, e che sono poco avvezzi a muovere il sederino dalla loro bella città decadente…

  2. orzo ha detto:

    ciao degra, hai perfettamente colpito nel segno! i navigatori infatti bisogna prenderli con le pinze. non conoscendo le strade piemontesi per me all’inizio è risultato fondamentale, poi mano a mano ho trovato da me percorsi migliori da quello originario (una strada leggermente più lunga ma dove puoi andare più veloce, un passaggio a livello di meno ecc…). se poi scegli strada più corta eccolo che ti propina percorsi assurdi come citato da baba 😀 più che da isetta sono percorsi da motocross! e ultimo ma non per ultimo: è comodissimo per sapere la reale velocità dell’auto (ho scoperto che se vado a 50 con la mia in realtà vado a 46!)!!

  3. degra ha detto:

    @baba: tutto vero, ma tieni conto che il tomtom vero è molto più veloce e fluido di quello caricato sul telefono, nonchè più grande e facile da seguire: la freccina non va per i cazzi suoi e se lo appiccichi al vetro si vede bene (quasi) senza schiantarsi.

    Verissimo: i vercellesi non sanno i nomi delle strade!

    @orzo: la cosa della velocità l’ho notata anch’io, ma al contrario: la macchina indica sempre una velocità superiore del navigatore.
    (e ho impostato una mucca come segnala acustico quando supero il limite)

    @tutti e due: non so perchè, ma i commenti erano tutti e due in moderazione, e non mi è nemmeno arrivata la mail per avvertirmi…

  4. baba ha detto:

    in realtà marco voleva dire esattamente la stessa cosa, cioè che sulla macchina segna di più, mentre il navigatore indica la velocità reale 😀