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Partenza intelligente

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Ieri mi sono trovato a fare un mezzo viaggetto verso i parenti marini materni, con tanto di partenza intelligente.

Ovvio, chi parte per le vacanze di martedì?

Lo dice pure il proverbio: nè di Venere, nè di Marte non ci si sposa, non si parte e non si dà principio all’arte.

Quindi tutto bene.

A parte la coda di un’ora per incidente, trascorsa praticamente tutta in galleria.

E proprio di questo voglio parlare.

Sì, perchè mentre io stavo chiuso in macchina con il climatizzatore a livelli che anche gli orsi polari avevano il plaid sulle ginocchia, gli altri poveri mortali non climatizzati, gli scettici dell’AC, i pirla che preferiscono i gas di scarico all’aria pura, stavano a passeggiare fuori dalla macchina.

E da nessuna parte come in coda si vede uno spaccato simile della società.

Innanzitutto perchè la coda è democratica: tutti si fermano, ricchi, poveri (anche i Ricchi e Poveri, con brunetta al seguito (non Renato!)), VIPs e non, vacanzieri, lavoratori, camionisti francesi bastardi e non, ecc.

Per cui la varietà di persone che se la passeggiavano allegramente sotto la galleria era molto ampia.

Alcuni fumavano: già c’erano i gas di scarico, tanto vale condirli un po’ con del sano fumo.

Altri telefonavano, o semplicemnte passeggiavano con famiglia al seguito tra le auto.

Però tutti tranquillamente.

Non uno che desse in escandescenze, non un segno di nervosismo. Nemmeno sono tornati di corsa alle macchine quando la situazione si è sbloccata. Anzi, sembravano scettici, una cosa da “tanto non dura…”.

E la cosa mi è sembrata strana, per degli esseri italici pronti a strombazzare alla prima minima esitazione ad un semaforo (io da quello sono guarito grazie al climatizzatore)

Ma magari i fumi hanno fatto il loro dovere anestetizzando i cervelli già vuoti ed ormai in ferie dei più…

E non parlare dei motociclisti: loro passano ovunque, tra le due file di auto in sosta forzata. Lentamente, ma passano.

Un piccolo riferimento alle povere donne che stanno in sella tutto il giorno, dietro ad un marito/moroso/ecc. patito della moto, non può mancare.

Cioè, tutta la mia solidarietà alla categoria: accettano di viaggiare comodamente sedute con mezza chiappa su un affare da millemila cavalli che si regge solo su due ruote solo grazie alla fisica (e Dio solo sa come), per tutta la giornata, solo per non contrariare il partner amore.

Massimo rispetto: io non mi farei appiattire il culo su una moto in autostrada nemmeno a pagamento (nel caso, sopra i mille euro a km)!

Minimo rispetto, invece, per chi va in ferie con lo scooter.

Cioè, almeno la moto è una moto seria ma lo scooterone, che fa già cagare di suo, in ferie è ancora più triste. Quasi a livello del taxista che porta la famiglia in vacanza col radiotaxi, che fa molto anni settanta.

E io?

Io ero in macchina con autoradio accesa. Per fortuna che mi ero appena fermato all’autogrill e s’è colta l’occasione per comprare due libri: mia mamma ha letto due capitoli di un libretto di Camilleri, per dire.


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