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So long…

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Visto che, praticamente, non scrivo più sul blog da quando ho cominciato a seguire assiduamente Friendfeed, mi sembra giusto scrivere qualcosa qui, oggi, dopo anni.

Sì, perché è di oggi la notizia che dopo una lunga e onorata carriera, il “socialino dell’odio” verrà spento definitivamente ed irrimediabilmente fra un mese.

Diciamo che è il fulmine a ciel sereno più annunciato della storia, visto che ci si scherza su dal 2009, quando Facebook comprò la società con tutto quello che conteneva, team di sviluppatori e socialino compreso, soprattutto a causa dei periodici down del sito.

Alla fine si era convinti che ci avrebbe seppelliti tutti o che, nel peggiore dei casi, avrebbe avuto qualche problema tecnico che nessuno avrebbe più saputo risolvere, una volta che anche gli ultimi del team di Friendfeed fossero usciti da Facebook, come ricordava qualche tempo fa il fondatore Bret Taylor.

O, come si pensava nell’immaginario popolare friendfeediano, per colpa della signora delle pulizie che avrebbe staccato il cavo del server per sbaglio, inciampandosi, e nessuno l’avrebbe mai più riattaccato alla presa.

D’altra parte è quasi un miracolo che un social network possa andare avanti sei anni senza che nessuno metta mano al codice, apporti migliorie, corregga bug. E invece è stato proprio così.

Come recita il comunicato ufficiale sul blog, la comunità era diventata sempre più piccola, molti se n’erano andati, ben pochi si erano iscritti, tanti avevano semplicemente abbandonato. Soprattutto gli americani, lasciando turchi e italiani a fare massa critica.

Grazie ad un bug noto di Friendfeed, è impossibile ricordare con precisione la data di iscrizione, ma suppongo di essermi iscritto a fine 2007, dopo averne letto sul vecchio blog di Suzukimaruti, ancora su Splinder (t’oo ricordi, Splinder?), e ci sono rimasto finora. E con tutta probabilità fino al 9 aprile.

All’epoca era uno dei primi social network, subito dopo MySpace e più o meno coetaneo di Facebook, che però è diventato pubblico più tardi, e di Twitter. Solo che aveva una caratteristica particolare già intuibile dal nome: aggregava i feed degli utenti, così da avere in un posto solo tutto il proprio flusso di contenuti generati. E non solo dagli utenti, ma si poteva importare qualunque cosa avesse un feed RSS. E attorno a questi import si poteva discutere commentando: solo in un secondo momento venne data la possibilità di scrivere direttamente post (non brevi come su Twitter, non lunghi come su Facebook) con la possibilità di allegare foto, mp3, linkare video, ecc.

Ovviamente una piattaforma del genere era quello che ci voleva per uscire dalla “bolla dei blog” appena scoppiata, però questo sistema scardinò un po’ le dinamiche della rete, soprattutto in italia, che avevano per anni premiato i blogger più brillanti, produttivi e noti, portandoli ad essere definiti blogstar. Infatti il meccanismo per cui venivano presentati in homepage non solo i post degli amici, ma anche quelli commentati dagli amici, ha reso possibili uno scambio di commenti rapido e massiccio che metteva totalmente in secondo piano il post di partenza, lasciando più spazio alla discussione che non sui blog.

E, si sà, una volta che scrivi qualcosa in pubblico devi accettare qualunque tipo di commento e qualunque critica, altrimenti ti dai ad un altro sport (tipo Twitter). E così i “personaggi” della blogosfera italica, poco per volta, discussione dopo discussione, scazzo dopo scazzo, lentamente abbandonarono quasi tutti il campo, lasciando spazio a personaggi meno noti che si sono confrontati ogni giorno ad armi più o meno pari (spesso tipo i duelli ad insulti di Monkey Island) producendo una mole di contenuti divertenti, utili, cazzoni, emozionanti.

Contenuti che, come diceva quello, andranno persi come cose nella cosa, lì…

Quindi, per finire il coccodrillone, non mi resta che fare ancora una volta uno dei tipici gesti di Friendfeed: postare uno screenshot ad imperitura memoria.

Friendfeed, 1/10/2007 - 9/4/2015 - R.I.P.

Friendfeed, 1/10/2007 – 9/4/2015 – R.I.P.

(Oh, io ho scritto all’imperfetto e al passato: se poi non lo spengono entro un mese, meglio così…)


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ci sono 2 commenti per "So long…"

  1. naltro ha detto:

    mannaggia che piangerone