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Eh, si fa presto a dire blog

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Una volta i blog non c’erano, poi sono arrivati e venivano anche aggiornati di tanto in tanto. Poi si sono aggiornati spesso, quasi tutti i giorni. Adesso c’è di tutto e i blog non li caga più nessuno.

Anzi, li caga il mondo intero, ma non gli autori.

Ormai pare che i blog siano lì solo per aiutare chi cerca qualcosa su Google: pagine magari vecchie, ma piene di consigli quasi sempre ottimi. Ecco, magari sorpassati dalla stessa tecnologia, ma ottimi.

Nel frattempo che i visitatori visitano, i cercatori cercano, i blogger che fanno?

Beh, hanno l’imbarazzo della scelta. Ma, soprattutto, fanno i sociali.

Ovvero si fano i cazzi propri, ma lo dicono agli altri.

Su Facebbok, su Friendfeed, con Twitter… E poi fanno e foto fighe e le mettono su Flickr.

Ecco, prima tutto questo si faceva col/sul blog.

Ora si capisce che per ogni cosa c’è il suo servizio, e scrivere un post di una riga per dire che si ha mal di testa o piove era una stronzata anche allora.

Però era figo. Ora è solo una stronzata che si può scrivere a scelta come stato di Facebook, o su Twitter o Friendfeed.

E la differenza c’è: un post simile sul blog veniva lette commentato solo dagli amici. Se lo scrivi “socialmente” un like o un commentino lo prendi anche dagli amici degli amici (FOAF, per gli amici).

Ovviamente se sei amico degli amici giusti e sei simpa.

Ma il povero blog?

Il poveretto resta lì a memoria storica, e viene usato solo per scrivere cose lunghe o che si vuole condividere col mondo attraverso i motori di ricerca.

Insomma, se si diceva che il blog era fuffa e la blogosfera ne era piena, ora la fuffa 2.0 è sui social network e i blog sono cresciuti.

Che, da una parte, è cosa buona, perché negli anni si è abusato del mezzo oltre limiti pensabili, ma adesso su parecchi blog si vedono quasi passare i cespugli rotolanti come nel vecchio west.

Questa riflessione è rivolta principalmente a questo blog, vista la data dell’ultimo aggiornamento, ma la cosa strana è che anche blog più quotati, noi e, francamente, più utili e interessanti del mio, hanno subito la stessa sorte.

Certo, quasi tutti hanno fatto un post simile, dicendo che c’è poco tempo, troppi impegni, la vita cambia, ecc.

Però il fatto che è finito un mezzo, ma non un’era, non lo vuole proprio dire nessuno?

No, beh, c’è chi dice che il blog è morto e basta: da un estremo all’altro.

Diciamo che il blog è vivo, ma è ormai un (baby) pensionato che se ne sta lì (ognuno scelga se al parco o all’ospizio) a raccontare cose vecchie a chi passa di lì.

Poi, un giorno, capirò perché ho scritto questo post, volendo scriverne un altro. Su un altro argomento, oltretutto.


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