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Ricordando i ricordi

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Ecco, non basta che ci pensino le serate nebbiose e birrose passate in qualche localaccio vercellese a impregnarci di fritto l’abbigliamento (il giubbotto è ancora frittescente da sabato scorso, e ha dormito fuori qualche notte), che gli stessi discorsi sui ricordi compaiono anche via blog. E mi tirano dentro, ovviamente.

Quando si parla di ricordi, ovviamente non si può prescindere dagli anni ’80, ma per due semplici ragioni:
– negli anni ’70 ero troppo piccolo (fortunatamente, mi sento di dire)
– gli anni ’90 facevano un po’ cagare

Inoltre l’unica cosa che accomuna più o meno tutti i nati tra la metà degli anni ’70 e la metà degli ’80, è proprio il ricordo di come le cose che c’erano e si facevano in gioventù a quei tempi fossero terribilmente diverse da quanto lo siano quelle che ci sono e fanno i giovani oggi. E quanto inquietantemente siano identiche a quelle che NOI facciamo ancora oggi.

Cioè la generazione ’70/’80 è stata, penso, l’ultima di quelle che si divertivano con poco, perchè tutte le innovazioni tecnologiche che hanno cambiato la vita (a parte l’aereo dei f.lli Wright e l’automobile) sono arrivate dopo. E ancora ci si diverte stupidamente con poco, nonostante tutto.

Solitamente si parla della musica degli anni ’80, che è satata forse la massima espressione eighties, assieme alla moda, ma non nel mio caso, perchè non ho avuto la minima educazione musicale in famiglia (e per me è una fortuna, visto che mi sono evitato la musica anni ’60 e ’70 che oggi considero merda), e io miei primi ricordi risalgono a Madonna e i Duran Duran (e guardacaso ci sono ancora adesso), ma in modo mooolto blando.

Tutto questo per dire cosa?

Per dire che ANCHE sabato scorso si è caduti sull’argomento anni ’80.

Che è spesso l’argomento per eccellenza, ma anche l’argomento scottante, perchè quando si comincia si sa solo che si può solo cadere sempre più in basso.

Infatti ho cominciato io.

Ma la colpa è del mio barbiere.

Infatti venerdì scorso, mentra mi tagliava i capelli, ci si è messi a parlare di come sia strano che oggi una quantità preoccupante di giovani sia pressochè calva, mentre in passato questo capitava solo a pochi.

Secondo lui è per l’inquinamento, quello che mangiamo/fumiamo/beviamo, e lo stress (dato dall’inquinamento e quello che mangiamo/beviamo/fumiamo, ovviamente), secondo me era anche per l’effetto Seveso e Chernobyl (certo che ci siamo beccati delle belle nubi di sfiga chimica da piccoli, eh?).

La stessa teoria l’ho esposta al pub, e la risposta è stata: “Ma non sarà per tutta la merda che abbiamo mangiato da piccoli?”.

Casus belli.

Si è cominciato ad elencare tutti i tipi di merendine, salatini, cazzate varie, che ci venivano propinate all’ora della merenda (esiste ancora?), grazie ai primi bombardamenti pubblicitari durante Bimbumbam.

Allora si è scoperto con mio sommo disgusto che ora il Tegolino è rettangolare (ommioddio, prima era quadrato!), che il Ciocorì esiste ancora, ma il Biancorì no. Però la Girella esiste sempre, anche se non viene più pubblicizzata.

Abbiamo avuto delle divergenze sul gusto preferito della crostatina (gli altri pro cioccolato, io pro marmellata), ma nessuno si è osato nominare le Camille (orride e anni ’90). E la lacrimuccia è scesa pensando ai bomboloni Mr. Day (con mia pubblica ammissione di sbafarne compulsivamente tre, uno dietro l’altro, mentre guardavo Mila e Shiro nell’85).

Ovviamente la lacrimuccia veniva dal fegato che aveva rimosso il ricordo di quello strutto (sicuramente andato a male) che le infarciva pesantemente e al marmo in polvere usato come zucchero a velo.

Poi è stata ventilata l’esistenza di una Fiesta che sulla superficie presentava delle nocciole. Silenzio quando ho fatto presente che la mia Fiesta era tutta nera con i sedili grigi a righine rosse.

Per fortuna era tardi, e non si è passati dalle merendine alle serie di cartoni animati (passo successivo naturale, per altro… ), ma ci si è infervorati parecchio nel raccontare.

Ovviamente con ricordi differenti tra chi è del ’75 (io) e chi dall’80 in poi, chi viene da un paese (io) chi da una cittadina, chi dalla “città” (virgolette doverose), e chi viene da un’altra regione.

Altrettanto ovviamente ci si è un po’ scagliati contro “le schifezze che ci sono adesso” (perchè anche le nostre erano schifezze, ma erano migliori) infatti non siamo mica dei pirla come i ragazzini di oggi “che sanno solo giocare con la Playstation”.

Infatti noi siamo assolutamente peggio: stiamo a discutere per ore di stronzate successe più di venti anni fa (e io sono impedito ad usare il “coso” della Playstation)…


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ci sono 4 commenti per "Ricordando i ricordi"

  1. A X E L L ha detto:

    La Girella esiste ancora???

  2. degra ha detto:

    È la stessa cosa che ho detto io quando ne ho sentito parlare…
    Pare che esista ancora e sia sempre uguale all’originale, ma non l’ho mai più vista.
    S’impone una ricerca…

  3. Xavier ha detto:

    Essendo particolarmente ferrato sull’argomento, confermo l’esistenza di Fiesta snack gusto mandorla, presente sul mercato attorno alla metà degli anni 80. Non era male: un po’ liquorosa e con copertura vagamente simile alla pasta dei petit four.

    Mi resta una domanda: se la Fiesta esiste (ora) solo nel modello classico, perchè ci devono scrivere sopra “gusto orange”? Da qualche parte ne mondo esistono altri gusti?

    E già che ci siamo, perchè le pizzettine Catarì sono fuori produzione? Eh? La colpa della (mia) calvizie è forse loro? Qual è il loro segreto?

  4. degra ha detto:

    Secondo me è proprio colpa loro, infatti io che ne ho mangiate poche (solo ai compleanni a scuola), ho un pochino di capelli in più. Ma poi pensa a Bracardi, protagonista della pubblicità, e vedi i danni provocati dalle pizzette, pizzettine, Catarì.
    Un segreto che è meglio non sapere, come quello che c’è dietro la Cocacola, o l’omicidio JFK…